mercoledì 13 luglio 2016

La signorina Mimì




immagine tratta da internet


“La signorina Mimì”…così l’aveva soprannominata un po’ ironicamente la gente del quartiere ed io, non ancora adolescente, a volte l’incontravo e la osservavo timidamente quando camminava a piccoli passi veloci sottobraccio alla madre, vestite entrambe di nero e con l’immancabile cappellino in testa, oggetto indispensabile -a quei tempi- per distinguere una “signora” da una donna qualunque.

Di altezza media e magrissime, le due donne sembravano quasi sorelle e qualche malalingua andava dicendo che la madre fosse vedova di un ufficiale e che vivessero in gravi ristrettezze economiche,accontentandosi di cenare con una scodella di latte e qualche pezzo di pane.

Io potevo avere allora dieci od undici anni ed ero forse un po’ affascinato, ma anche intimorito dal comportamento di queste due misteriose signore, che mi sembravano completamente avulse dal mondo che le circondava, probabilmente a causa della loro eccessiva riservatezza o timidezza..

Eravamo alla vigilia della seconda guerra mondiale e vigeva ancora un certo codice di comportamento che
imponeva agli uomini di togliersi il cappello –a modo di saluto- incontrando delle signore per strada e quando questo avveniva -nel caso specifico- la signorina Mimì e sua madre si limitavano a rispondere con un piccolo cenno di assenso del capo, ma senza mai intrattenersi a parlare con chicchessia.

Forse “La Signorina Mimì” non poteva definirsi bella e probabilmente aveva dieci o quindici anni più di me, eppure mi incantava di Lei il fascino e la seduzione sottile che emanava da quel suo viso pallido, dall’eleganza dei modi, dall’armonia del corpo e soprattutto… dai grandi stupendi occhi di colore indefinito.

L’inizio della guerra sconvolse poco dopo la vita serena di allora e molta gente fu costretta a “sfollare” rifugiandosi in piccoli paesi limitrofi o sulle montagne, per poter sfuggire ai bombardamenti aerei, che erano divenuti frequenti e portavano a conseguenze spesso tragiche sia per le persone, che per le loro case.

Anche la mia famiglia dovette riparare in un piccolo paese, dove rimase fino alla fine dell’evento bellico.
Rientrato a Torino nel 1945, un giorno rividi improvvisamente “la signorina Mimì” …camminava come sempre a piccoli passi veloci, ma non era più in compagnia della madre…era sola.

In soli 4 o 5 anni la “signorina Mimì” era molto cambiata, appariva un po’ curva come se la testa le pesasse troppo ed il viso era stanco e segnato, mentre lo sguardo vagava smarrito, quasi spaventato… però quei suoi due grandi occhi erano ancora splendidi e luminosi… come un tempo…



dal volume inedito dell’autore :
Un’occhiata sul Pianeta
 

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